Il corpo comunica con noi e in qualche modo ci spinge verso l’esplorazione, chiede libertà e movimento per rigenerarsi.
Non è solo un impulso mentale e una voglia di evadere.
È anche una profonda necessità che coinvolge l’intero corpo.
Non si tratta solo di un bisogno di evasione dalla routine, ma di un richiamo autentico, la cui manifestazione avviene attraverso sensazioni fisiche.
Il corpo comunica con noi e in qualche modo ci spinge verso l’esplorazione, chiede libertà e movimento per rigenerarsi.
Faccio un esempio chiarificatore: immagina che stai per fare un viaggio. Lo hai desiderato da tanto tempo e finalmente il giorno è arrivato. Domani partirai. Lo realizzi la sera prima mentre stai davanti al computer e appena lo chiudi senti una voglia immensa di allungare le braccia, di fare respiri profondi o di stirare la schiena come se il corpo cercasse di creare spazio attorno a sé.
Ecco, questi gesti istintivi di espansione sono il simbolo di un bisogno interiore psico-corporeo.
Il tuo corpo ti sta chiedendo di uscire dall'immobilità e dalla routine.
In questo processo il sistema nervoso ha un ruolo di primo piano.
Viaggiare, da un lato, attiva il sistema nervoso simpatico, che ci prepara all'entusiasmo dell’ignoto, e, dall'altro lato, attiva il sistema parasimpatico, che ci permette di esplorare in modo calmo e consapevole.
È un delicato equilibrio tra eccitazione e tranquillità che ci fa sentire vivi, portando a una sensazione di rinascita fisica e mentale.
Ciò è confermato dalla teoria polivagale che ci racconta come il corpo umano alterna continuamente il bisogno di esplorazione con quello di sicurezza.
Il viaggio, quindi, rappresenta una ricerca di stimoli positivi che permette di rimanere in movimento senza perdere la connessione con la stabilità.
E quando non si risponde al richiamo di avventura, si rischia di somatizzare questo bisogno attraverso disagi fisici ed emotivi.
Potrebbe nascere l'irrequietezza, la difficoltà a stare fermi, l'insonnia o le sensazioni di pesantezza mentale.
O, ancora, la mancanza di stimoli nuovi può portare a un senso di stanchezza e demotivazione, come se il corpo entrasse in una sorta di “modalità di spegnimento”.
Anche la tensione muscolare cronica, con blocchi a livello di spalle e diaframma, può essere la manifestazione fisica di un bisogno di espansione rimasto inascoltato.
Non tutte le persone ci fanno caso, ma viaggiare offre al corpo una sensazione di leggerezza e apertura. La respirazione si fa più profonda, la postura si distende e i muscoli si rilassano, come se il corpo rispondesse all’apertura verso nuovi mondi con un gesto di sollievo.
Cambiare ambiente permette di rompere le abitudini posturali e mentali, e favorisce la possibilità di una maggiore elasticità e creatività.
In tutto questo, che fine ha fatto Caterina?
Dopo essersi goduta tanti viaggi e tante partenze si è resa conto che doveva occuparsi anche di saper recuperare le proprie energie anche senza partire.
Viaggiare non è sempre facile e non è sempre possibile.
In questi casi, si può coltivare la sensazione di libertà e scoperta attraverso alcune pratiche psico-corporee:
1) Camminare a piedi nudi su una superficie naturale, come erba o sabbia.
2) Trovare il tempo per brevi sessioni di respiro consapevole.
3) Creare “micro-esplorazioni” diverse dal solito, come introdurre nuovo profumi, nuovi suoni o nuovi stimoli visivi nella quotidianità.
4) Cambiare percorso per tornare a casa.
5) Visitare un luogo nuovo nella propria città.
Se ne senti il bisogno, proprio in questo momento, prenditi un secondo per ascoltare i segnali del tuo corpo e pianifica la pratica psico-corporea che più ti può aiutare.
E se puoi, domandati: "Qual è il prossimo viaggio che voglio intraprendere ascoltando il mio corpo?"